La ricostruzione delle grandi figure del Karate a cavallo tra la fine del XIX secolo e la prima metà del XX – ma anche di quelle precedenti tale periodo – non è affatto semplice, questo perché le informazioni che si tramandavano erano prevalentemente di carattere orale e la documentazione scritta, in merito, è veramente esigua.
Il Maestro Kenstu Yabu nasce nel 1866 (secondo altre fonti nel 1863) a Shuri, sull’isola di Okinawa, da una famiglia di nobili origini e appartenente alla media aristocrazia. Sin da bambino quindi ricevette le migliori possibilità formative e culturali.
E` stato allievo diretto – sin dalla tenera età – del Maestro Matsumura Sokon, ma apprese molto anche da Itosu Anko.
Venne arruolato per combattere la guerra tra Cina e Giappone per ottenere il controllo della Corea del 1894-95, le cronache riportano come fosse stato uno dei pochi abitanti di Okinawa ad essere arruolato.
Gichin Funakoshi a tal proposito scrive nel suo Karate-Do Nyumon:
[…]
Durante la guerra cino-giapponese, un giovane che si era allenato per mesi con Itosu prima di entrare nell’esercito fu assegnato alla divisione Kumamoto, dove l’ufficiale medico, notando il suo perfetto sviluppo muscolare, gli disse: “So che vieni da Okinawa. In che arte marziale ti sei allenato?”.
La recluta rispose che il lavoro di fattoria era sempre stata la sua unica occupazione, ma un amico che era con lui si lasciò scappare di bocca: “Pratica il Karate”.
Il dottore mormorò semplicemente “Capisco, capisco”, ma ne rimase profondamente impressionato.
Durante la medesima guerra ottiene il grado di tenente, anche se verrà poi soprannominato dai suoi allievi come Gunsu (“Sergente”) per i suoi modi militaristici sia nell’insegnamento che nella vita quotidiana. Numerosissimi sono gli aneddoti e le leggende relative alla sua enorme forza derivata da una tecnica perfetta soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo della mano aperta.
Le cronache riportano che i suoi kata preferiti fossero Gojushiho e Naihanchi (l’attuale Tekki).
Al suo rientro dalla guerra comincia ad insegnare nelle scuole di Shuri assieme ad Itosu, durante il quale imponeva, per l’appunto, ai suoi studenti la ripetizione incessante – le leggende parlano di 27 volte in un giorno – del kata Naihanchi.
Durante gli anni ’20 si reco diverse volte in America, per fare visita al figlio primogenito Kenden, soprattutto in California e nelle isole Hawaii dove diede anche diverse dimostrazioni del Karate di Okinawa.
Muore nel 1937 a Shuri.